IL PAPHIOPEDILUM
Una delle Orchidee più peculiari e famose.
Ogni volta che vedo una Paphiopedilum mi viene in mente la canzone "Another brick in the wall" dei Pink Floyd, e relativo film, in cui gli adulti avevano la forma del volto che ricordava da vicino uno di questi fiori (con un paio di occhiali in più..).
In realtà il vistoso e peculiare labello composto da due petali saldati insieme, non fu visto come il mento sottostante una bocca, dai tassonomisti, ma bensì come la tomaia di una scarpetta, o pantofola.
Da qui il nome "Paphio-pedilum" o "Venus-pedilus", scarpetta di venere.
Ma detta anche "Scarpetta della Madonna", "Pantofola" in Australia, e "Frauenschuhe" (scarpetta da donna) in Germania.
IL GENERE: conta oggi circa 60 specie. Sono una sottotribù della famiglia delle Cypripedilinae, e infatti fu chiamato per anni erroneamente Cypripedium, che è un'altro genere.
ORIGINI: originarie dei climi temperati o tropicali in estremo oriente. Il loro habitat si estende dall'Hymalaya fino al Borneo e alla Nuova Guinea, con alcune eccezioni nelle Filippine. L'isola di Bougainville è il punto più meridionale in cui sono state localizzate, ma è in Birmania e Tailandia che si trovano in maggior numero.
Vennero importate per prime in Inghilterra da collezionisti di piante che iniziarono ad ibridarle, il primo incrocio fra "P.fairieanum" x "P.barbatum" fu fatto nel 1869 e fu chiamato P.Vexillarium.
In breve tempo divennero molto importanti fra i ricchi collezionisti ed assunsero un valore economico rilevante.
ESIGENZE: sono nella maggior parte dei casi terrestri, raramente epifite. Sono piante da serra intermedia con una temperatura minima diurna di 18/20°C. e una minima notturna di 12/15°C. , sopporta anche i 10°C. di minima.
Richiede una elevata percentuale di umidità nell'aria: 60/70% minimo e questa dev'essere più alta man mano che la temperatura aumenta.
In casa richiede la presenza di umidificatori quando i caloriferi sono accesi.
Una caratteristica che rende la Paphiopedilum più facile di altre specie è il fatto che non richieda grandi quantità di luce, luce diffusa, non diretta va bene. Meglio non esporre davanti ad una finestra con sole diretto quindi, potrebbe provocare facilemente delle ustioni solari.
Come per la gran parte delle Orchidee richiede una buona circolazione dell'aria, altrimenti l'alto livello di umidità provoca l'avvento di malattie come la Botrytis, che possono far marcire i fiori o provocare macchie fogliari.
IL SUBSTRATO: anche se terrestre le sue radici richiedono comunque un drenaggio ottimale e una buona circolazione di aria. Una mescola di corteccia abbastanza fine con aggiunta di Torba, sfagno e.....pezzetti di polistirolo sul fondo del vaso (sostituisce l'Osmunda, ormai di difficile reperibilità), funziona bene.
L'IRRIGAZIONE:
Dopo il rinvaso, si bagna bene il vaso per assestare il substrato nuovo, poi si aspettano almeno 8-10 giorni prima di irrigare nuovamente. In seguito si deve annaffiare con SCARSA FREQUENZA, ad intervalli di diverse settimane, per spingere le radici a svilupparsi per cercare umidità. Nelle giornate più calde le vaporizzazioni sulle foglie servono ad evitare la disidratazione delle piante.
Le irrigazioni di mantenimento devono conservare umido il substrato lasciandolo asciugare un pò (non seccare completamente) fra una e l'altra, la frequenza varia in base al materiale del vaso (di terracotta asciuga di più), il tipo di substrato e il periodo stagionale.
In media potrebbe avvenire 2 volte la settimana (ma vi prego di controllare il substrato e usare il buonsenso).
A questo va aggiunta la vaporizzazione quotidiana, con cui si può anche spruzzare un concime fogliare nel periodo estivo.
Le piante adulte devono essere bagnate con molta attenzione specialmente in inverno: NON BISOGNA LASCIARE RISTAGNARE L'ACQUA AL CENTRO DEI GETTI, perchè ciò può far morire i boccioli e i fiori.
LA FERTILIZZAZIONE: in estate vanno concimate ogni dieci giorni circa e in inverno è sufficiente una volta al mese. La frequenza dovrebbe aumentare con l'allungarsi delle giornate e viceversa diminuire con l'accorciarsi. Tra due successive applicazioni è bene irrigare abbondantemente per eliminare i residui salini.
In questo genere le specie e gli ibridi sono talmente numerosi che eviterò di nominarli.
CONCLUSIONI:
Come avrete capito una delle difficoltà maggiori per coltivare una Paphiopedilum è mantenere un elevato grado di umidità in casa. A volte basta scegliere la stanza giusta, tipo il bagno o la cucina, per avere piante che vivono benissimo senza grandi cure.
Molto interessante il discorso delle irrigazioni, che sono piuttosto scarse rispetto ad altre Orchidee, fate attenzione alle differenze fra piante appena invasate e piante da mantenere.
Infine per i pistoleri del vaporizzatore, qua vi potete sfogare
Ogni giorno sarebbe l'ideale, pensate, unica accortezza, cercare di non far ristagnare l'acqua al centro dei germogli delle foglie. Tendono a marcire.
Molto simpatica però
30 Gennaio 2014 Ivano Savegnago
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