Famiglia: Ericaceae
Genere: Pieris
Specie: Pieris floribunda / Pieris formosa / Pieris japonica
Genere di 7 specie di arbusti sempreverdi delle foreste e colline di Himalaya, Asia orientale, America settentrionale e Indie occidentali. Si coltivano per le foglie alterne o verticillate, da oblunghe o lanceolate a obovate, lucide, verde più o meno scuro, con bei colori da giovani, e per la fioritura composta da pannocchie terminali di piccoli fiori urceolati, lunghi 5-9mm che nascono generalmente in primavera. La Vegetazione nuova può patire le gelate tardive.
La Pieris floribunda è un arbusto rotondeggiante compatto con foglie elittico-ovate, dentate, lucide, di colore verde scuro, lunghe fino a 8cm. A inizio e metà primavera porta all'apice dei getti pannocchie erette, la cui lunghezza può arrivare fino a 12cm. di fiori bianchi che si schiudono da boccioli bianco verdini. Dimensioni massime H2 x 3m. Origine: USA sudorientali. Temp. min. -15/-20°C.
La Pieris formosa è un grande arbusto eretto, spesso pollonante, con foglie oblunghe, finemente dentate, lucide, di colore verde scuro, lunghe fino a 10cm, bronzee da giovani. A metà e tarda primavera produce grandi pannocchie semierette o pendule, terminali, lunghe 15cm. di fiori bianchi. Dimensioni massime H5 x 4m. Origine: Cine, Himalaya. Temp. min. -15°C. circa.
La Pieris japonica è un arbusto arrotondato compatto, con foglie da strettamente obovate a ellittiche, dentate, lucide, verdi, lunghe fino a 9cm. A tardo inverno e primavera produce pannocchie di fiori bianchi affastellate agli apici dei getti, pendule o semierette, lunghe fino a 15cm. Dimensioni massime: H4 x 3m. Origine: Cina orientale, Taiwan, Giappone. Temp. min. -15/-20°C.
Coltivazione: Coltivare in terreno moderatamente fertile, ricco di humus, umido ma anzi ben drenato, acido, esposto al pieno sole o all'ombra leggera. Nelle zone più fredde conviene riparare dai venti freddi.
Malattie e parassiti: macchie fogliari e marciume radicale da Phytophtora possono talvolta costituire un problema.
Peculiarità e tossicità: questa specie è stata da sempre largamente utilizzata da varie tipologie di sicari, per il fatto che le sue andromedotossine (dette grayanotossine) contenute nel nettare e nei fiori, erano solubili in acqua. Se questo tipo di veleno veniva sciolto su di un laghetto, causava la moria indistinta di animali e bagnanti, per via dei composti a base di terpenoidi (elevata solubilità) contenuti nelle grayanotossine.
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