L'Actinidia

Actinidia (Link per vedere le varietà)

Famiglia: Actinidiaceae
Genere: ActinidiaActinidia deliciosa Hayward
Sottogeneri: Stellatae / Leiocarpae
Specie: Actinidia chinensis (sin. A.deliciosa) / Actinidia arguta

L'Actinidia è una pianta originaria di una vallata dello Yang-tze cinese dove vive spontanea;
L' Actinidia chinensis è la specie più usata a livello di produzione, dal momento che i suoi frutti hanno una pezzatura decisamente più generosa, mentre Actinidia arguta è usata anche a livello ornamentale. Viene diffusa in Europa a partire da metà del XX secolo.

E' una pianta rampicante e può raggiungere i 10m (6m nel caso dell'arguta).
L'apparato radicale è superficiale, il fusto presenta tralci anche molto lunghi che portano gemme miste e a legno. Le foglie sono semplici, decidue, cuoriformi con picciolo molto lungo.

L'impollinazione: l'Actinidia è una specie dioica con cv pistillifere e staminifere, un maschio ogni 6-8 femmine; fiori singoli o raggruppati in 2-3 (infiorescenze triple possono richiedere un diradamento dei fiori in fase di allegagione), presenti a partire da maggio. L'impollinazione è entomofila (tramite insetti), anche se i fiori non sono molto attrattivi per le api e perciò spesso i produttori aumentano il numero delle arnie, in misura minore avviene anche in maniera anemofila (tramite vento).

Il frutto: è una bacca ricoperta da peluria (liscia nel caso dell'arguta), la polpa è di un verde caratteristico (adesso ne esistono a polpa gialla), punteggiata di minuscoli semi, violacei o neri, disposti intorno a un cuore biancastro (columella).

È il frutto a più elevato contenuto di vitamina C, è impiegato nel consumo fresco e nell'industria dolciaria. Le produzioni medie si aggirano sui 30-50 kg/pianta, pari a 200-250 q/ha.

La raccolta avviene a fine ottobre ed inizio novembre e gli indici impiegati sono il tenore zuccherino, pari a 7,5°Brix, oppure il contenuto di solidi solubili, al 12,5%. Tendenzialmente è precoce per il pericolo delle grandinate.

I portainnesti: tra i portainnesti abbiamo Bruno, Hayward e D1 clonale, il primo è il più utilizzato in Italia.

Esigenze: l'actinidia teme i danni da freddo ed i ristagni idrici per cui si rende indispensabile il drenaggio, inoltre può presentare problemi con terreni ad elevato calcare attivo, pH>7,6, ed in presenza di forte ventosità richiede l'impiego di frangiventi.

Le lavorazioni devono evitare la compattazione del terreno ed è preferibile un inerbimento nell’interfilare. È una specie che richiede elevato fabbisogno idrico, 10000m3/ha/anno. La concimazione prevede un fabbisogno medio annuo di 150, 70 e 140 unità di N, P2O5, K2O rispettivamente, alle quali si aggiunge sostanza organica ogni 2-3 anni in inverno.

Potatura: circa le forme di allevamento le più diffuse sono il tendone con sesti di 4,5x5 m, e la pergoletta con sesto di 4,5x4,5 m. nuove forme sono anche il Tatura trellis e il fusetto. Con la potatura di produzione si eliminano i tralci che hanno già fruttificato. Mentre la potatura verde è volta rendere una migliore illuminazione all’interno della chioma ed ad eliminare succhioni, rami mal posti e diradamento.

Avversità: tra la fisiopatie vi sono i danni da gelo e da grandine, da vento e la clorosi ferrica; si possono presentare delle batteriosi quali tumori radicali, mentre delle crittogame troviamo marciumi radicali e muffa grigia.

Tra gli insetti ricordiamo Metcalfa pruinosa, la mosca della frutta ed acari. In conservazione sono possibili infezioni da Botritis.